sabato 15 novembre 2008

Presentazione itinerante del romanzo " Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà"

In questo nostro tempo moderno, considerato che di rado, per usare un eufemismo, le persone si soffermano a leggere la carta stampata e ancor più un libro, quasi che lo sforzo occorrente potesse precludere loro ogni altro svago ed impegno nella vita, noi, Nino Lacagnina e la mia carissima amica “Bromelia”, abbiamo deciso di stimolare l’interesse di più persone possibile a riprendere a leggere. Con tale intento abbiamo promosso una “Presentazione itinerante” del libro da noi scritto dal titolo “Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà” e chiesto aiuto ad Istituzioni ed Enti.
Ad oggi il nostro appello è stato raccolto, in ordine cronologico da:
Comune di Montedoro;
Banca di Credito Cooperativo San Giuseppe di Mussomeli;
Comune di Bompensiere.
Presso i predetti Enti, le manifestazioni, rispettivamente del 24-10-2008, 7-11-2008 e 14-11-2008, hanno avuto un gran successo con numerosa partecipazione di pubblico;

In Montedoro, dopo i cordiali saluti del Sindaco Dott. Federico Messana e del vice Sindaco Dott. Alfredo Zoda, sono intervenuti:
La Prof.ssa Rosanna Manganaro, la Giornalista Rosetta Bonomo, il Prof. Giusepe Alfano e l’appassionata d’Arte Enza Giampapa - nella sua qualità di moderatrice.
Brani e poesie sono stati letti dalla poetessa, corrispondente e critica d’Arte Dott.ssa Lina Riccobene.

In Mussomeli i saluti sono stati porti dal Sindaco Ing. Luigi Mancuso e dal vice Sindaco Avv. Piero Sorce. Sono intervenuti:
Il Dott. Mario Ricotta, il Prof. Salvatore Vaccaro, la Pro.ssa Rosetta Bonomo, il Presidente della BCC San Giuseppe Michele Mingoia, il Direttore della BCC Dott. Carmelo Cordaro e la Prof.ssa Rosanna Manganaro.
Brani e poesie sono stati letti dalla Dott.ssa Liliana Genco Russo.

In Bompensiere i saluti sono stati porti dal Sindaco Geom. Salvatore Lo Sardo.
Brani e poesie sono stati letti dalla Dott.ssa Rosetta Bonomo e dalla Prof.ssa Rosanna Manganaro.

Alcuni interventi:

Prof. Salvatore Alfano
intervento del 24-10-2008 presso il Centro sociale di Montedoro.


Conoscevo “Bromelia”, la coautrice del libro, “ Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà” attraverso un suo libretto giovanile di poesie; ora ci viene incontro con questo nuovo libro ( non un libretto questa volta ), scritto come si suol dire “a quattro mani”, in un duetto certamente insolito e sorprendente.
Dicevo, inavvertitamente, “ a quattro mani “, rifacendomi inconsciamente all’impressione di una musica che mi viene fuori e che è senz’altro la caratteristica fondamentale di questo nuovo modo di “ fare poesia “, dove i movimenti e le sensazioni, le luci e le ombre, le tonalità timbriche hanno, come si può facilmente notare, il sopravvento sulle parole e sul significato letterale dei singoli versi.
Leggendone le varie pagine, mi veniva incontro infatti ( mi si permetta il riferimento culturale-estetico ) una composizione musicale tra le più belle del grande Beethoven, ossia della “Sonata a Krenttzer” per violino e pianoforte, che poi doveva ispirare l’attrettanto racconto dallo stesso titolo dell’altrettante famoso scrittore Leone Tolstoj.
L’autore della prefazione, il Prof. Luciano Vullo, si sofferma ad analizzare il concetto di “tempo”, una parola tra le più ricorrenti, ma che a un’attenta analisi si rileva tra le più complesse, dal momento che un “tempo”, oggettivamente parlando ( come successione cioè di passato, presente e futuro), di fatto non esiste, essendo esso una “costruzione” prettamente umana, dove ciò che è l’apparenza (gli anni, i giorni, le ore…) non coincide affatto col sentire intimo, col “tempo interiore”.
E ciò anche senza voler scomodare grandi menti che del problema si sono molto interessati (vedi Proust, vedi Bergson, vedi lo stesso scienziato Einstein col suo paradosso dell’assottigliarsi del tempo col crescere della velocità dei corpi, fino al suo completo scomparire e all’infinita dilatazione della massa, al raggiungimento della velocità della luce).
Ma lasciamo queste considerazioni, certamente molto interessanti, ma forse inopportune in questa sede…e torniamo al discorso iniziale.
Il libro è certamente nuovo e tale da suscitare interesse e curiosità nello stesso tempo, sia nella impostazione, quasi da “giallo”, che ne costituisce la cornice, sia nella sostanza, che sono le annotazioni intime e quasi frontali dei due protagonisti del libro, Alì e Lhiao, che si sono conosciuti per puro caso e tra i quali s’innesta una forte relazione sentimentale.
Diciamo che il linguaggio si adegua a questa situazione: ora il verso libero, ora la prosa, ora la riesumazione di personaggi e miti dell’antichità classica, ora il linguaggio scorrevole ed immediato fatto quasi dall’uso delle parole della quotidianità.
Il tutto in un alone di immagini che denotano un’insolità sensibilità e una capacità espressiva, che sa liberamente muoversi tra classicità e modernità in uno scenario esotico tra i più ricchi della moderna produzione letteraria.


Dott. Carmelo Cordaro
– Direttore della BCC intervento del 7-11-2008 presso la Sala Congressi BCC San Giuseppe Mussomeli.
Da questo libro, “un fiore di loto nel Bahr Belà Mà” scritto a quattro mani da “Bromelia” e dal poeta scultore Nino Lacagnina viene fuori una grande sensibilità riguardante i grandi temi della vita di ognuno di noi.
Bellissime le liriche sul “dare” e sul “donare” (pag.25), profonde riflessioni sulla società di oggi (Tavolù pag 94) e sul suo sviluppo incontrollato che, se non domato, chissà dove ci porterà.
Lasciando comunque ad altri molto più competenti relazionare molto più a fondo sui temi trattati dal libro, temi che saranno esaltati dalla lettura della bravissima Dott.ssa Liliana Genco Russo, voglio augurare agli autori di continuare a scrivere così belle liriche e infine voglio auspicare che la lettura di questo libro possa essere accolta nelle scuole per essere una validissima base di riflessione sulle grandi tematiche del nostro tempo.


Ing. Luigi Mancuso
– Sindaco di Mussomeli intervento del 7-11-2008 2008 presso la Sala Congressi BCC.
In Italia, nel mondo, ormai, non esiste quasi più forma di cultura non mass- mediatica, eppure esistono ancora gli scrittori ed i poeti; pubblicare un’opera letteraria è ancora il sogno di molte persone.
Questo ci deve fare riflettere sull’importanza che la parola scritta riveste ancora nella nostra società, tutta tesa verso un futuro multimediale, eppure così assetata di cultura nel senso più tradizionale del termine.
È importante che nei piccoli centri come il nostro, ancora legati alla tradizione, in misura maggiore del resto del mondo, si promuovano la lettura e la pubblicazione dei libri; è sicuramente il modo migliore per proiettarsi nel domani.
Il libro che ho il piacere di presentare oggi tratta un tema di grande attualità e importanza: la globalizzazione.
Gli incredibili progressi compiuti durante il secolo scorso nel campo della comunicazione e dei trasporti in termini di velocità e di efficienza, hanno inevitabilmente cambiato il nostro mondo, spesso in positivo.
Luoghi e culture che prima erano per la maggioranza niente più che un sogno esotico sono diventate accessibili con un semplice click grazie all’avvento di Internet; lo scambio tra popoli diversi è diventata praticamente una prassi.
Questo continuo contatto tra culture spesso lontanissime ha senz’altro arricchito l’uomo, ma come tutte le cose porta con sé un rovescio della medaglia: in questo caso la contaminazione.
Per fare un esempio, anni fa un antropologo di fama visitò gli altari votivi dell’isola di Giava, celebri per le statuette dai fianchi bombati prodotti dagli artigiani locali con singolare tecnica e poste lì per propiziare la fertilità delle isolane, e vi trovò a sostituirle le famose bottigliette di Coca-Cola, molto simili nella forma ma non certo di altrettanto pregevole fattura.
Episodi come questo fanno molto riflettere sulla perdita di identità che ogni popolo rischia vivendo in un mondo globalizzato.
È questo che il libro che presento oggi ci fa riflettere.
La storia dei due protagonisti parla sì d’amore e di contatto, ma in fondo vuole anche essere un monito a non perdere le proprie tradizioni e la propria identità culturale; la protagonista femminile Lhiao, cinese, pur allevata negli Stai Uniti, porta sempre dentro di sé le tradizioni del suo paese, come la cura del suo giardino, affidato ad un suo conterraneo; il protagonista maschile Alì Jassiri, invece, lascia il mondo tecnologico europeo per andare a vivere da tuaregh nel proprio paese, rispettando quelle che sonole tradizioni locali.
Questo è un monito che spero il mondo vorrà tenere nella dovuta considerazione perché vi sia uno scambio che avvenga nel rispetto della diversità e non nel segno dell’omologazione e dell’appiattimento culturale.



Prof.ssa Rosanna Manganaro
- intervento del 14-11-2008 presso l’Aula Consiliare del Comune di Bompensiere.

“Un fior di loto nel bahr belà mà”

Sensazioni struggenti alla ricerca di un tempo perduto di proustiana memoria. Un tempo perduto e mai trovato è quello di Lhiao e Alì. Portatori di mondi lontani, di esperienze di vita diverse rese opposte dalla cultura dei due protagonisti dei post di blog: lei cinese, lui tuareg. Ma nello stesso tempo esperienze vitali che la tecnologia avvicina. E la vita si incontra, i pensieri si fondono e Alì e Lhiao, sebbene fisicamente distanti, vivono l’esperienza della contemporaneità e della compresenza.
I pensieri, le emozioni, i ricordi, le immagini familiari, attraverso la poesia ritrovano vita e consistenza, diventano tangibili e corporee, nonostante esse vengano affidate all’etere. Perché è l’etere il dio Ermes con le ali ai piedi che attraverso la tecnologia, le mail e i post di blog permette ai due protagonisti di accorciare le distanze e ritrovarsi.
Nasce un genere letterario e di scrittura decisamente nuovo in cui si fondono tradizione e modernità. Un romanzo giallo nella cui trama si intrecciano i robusti fili della poesia. La seduzione del mistero, tipica del giallo, che stuzzica e solletica la curiosità del lettore, si mescola alla delicatezza, alla soavità, alla forza dei versi che sfiorano la sensibilità di chi legge senza provocare sconquassi, urti o stravolgimenti emotivi. È una dolcezza, però, che penetra dentro come le gocce d’acqua che, in una calma apparente, riescono a penetrare la roccia e che fanno dire a Lhiao :

“ I tuoi versi sono l’emozione
la felicità dell’attimo fuggente
la rara gioia di un alitar di vento
Fermarli è indispensabile
lasciarli allo stato emotivo…
impossibile
Riviverli
bisogna.”


Il Geometra Salvatore Lo sardo
intervento del 14-11-2008 presso l’Aula Consiliare del Comune di Bompensiere.


A mio avviso, il più profondo messaggio che trasmette il romanzo “ Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà”, di “Bromelia” e Nino Lacagnina, è l’Amore, non solo quello dolce e appassionato tra Alì e Lhiao, i protagonisti del romanzo, ma anche quello più ampio verso la propria terra, le tradizioni, la cultura e la natura che va, questa, sempre salvaguardata e curata come massimo bene di cui noi tutti usufruiamo.

martedì 30 settembre 2008

Pro e contro i Blog e Internet nelle critiche al romanzo “Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà”, di “Bromelia” e Nino Lacagnina.

Amare la persona e il giorno in cui quella persona verrà finalmente incontrata.
Il desiderio viene proiettato verso due oggetti “smarriti”.
Una persona ( l’innammorato/ta) e il tempo ( il futuro o il tempo nella sua totalità?).
Leggo laicamente il poema di “Bromelia” e Nino Lacagnina. Non mi lascio intrappolare nelle pregresse letture proustiane sul tempo perduto. Devo, però, sospettare che una ragione dovrà pur esserci nella scelta operata dai poeti che fanno precedere il loro lavoro da cinque, programmatici versi… Conclusa la lettura dell’opera m’è venuto di pensare ad un qualcosa che sia il corrispettivo temporale dell’utopia. L’utopia, infatti, riguarda lo spazio. Il fuori dal luogo. La città, lo stato, soprattutto, pensato fuori dalle condizioni di una situazione concretamente vissuta e non accettata. Una proiezione, che viene collocata nel futuro. Quindi nel tempo. Ma collocata, posta, cioè, in un luogo.
La cornice in cui s’intreccia la delicata storia d’amore di Alì e di Lhiao – i veri coautori del poema – non fa pensare al desiderio di recuperare uno spazio (utopico), bensì un tempo (futuro…, il giorno), il tempo in quanto tale.
Coniando un neologismo, azzarderei ucronia. Non l’eternità che non è tempo. Ma la ricchezza del tempo che è la persona. Un post. Non nel senso che seccede, viene dopo…Come, ad esempio, il postmoderno. Che non è l’era che segue alla fine della modernità come farebbe pensare il prefisso post. Ma il tempo - il giorno – che non è più il passaggio del passato attraverso il presente verso il futuro. Ma compresenza. Esperienza simultanea e totale – il giorno – come è totale e simultanea l’esperienza dell’amore. Che solo per ragioni linguistico-verbali ed espositive viene coniugato e quindi descritto, narrato come una storia. E, infatti, al di là della ricerca affidata ad una giornalista curiosa, Alysia Delmer, la storia d’amore dei protagonisti è una non-storia che viene testimoniata da loro stessi, espressa dai loro versi, comunicazione della loro emozioni fuori da ogni cronologia. Malgrado le copie di post di blog in cui vengono trovate, incartate in un foglio grande riportate a caratteri cubitali la scritta HISTORICAL DOCUMENT. Né, mi pare, abbia una importanza decisiva il fatto che l’incipit del romanzo abbia un’indicazione cronologica ben precisa. Tutto, infatti, parte da una data circostanziata. Nel mese di dicembre del 2006, la giovane giornalista americana scende nel garage della zia materna per cercare un libro di avventure letto precedentemente.
Sembra l’inizio di un romanzo storico di manzoniana memoria. Il ritrovamento di uno scartafaccio dietro il quale si nasconde l’austero autore che non vuole passare come artefice di un’invenzione. Seguono altre righe in cui il lettore prova la sensazione di addentrarsi nel romanzo poliziesco. Ma subito egli avverte di trovarsi nell’atmosfera della comunicazione elettronica. Nell’era del post. Che, come accennato prima, non è l’era del dopo come suggerisce il prefisso. Ma quella in cui il tempo non è successione, ma una forma di compresenza. Quella in cui le vicende sono vissute in copie di post di blog. Che possono interloquire tra loro. In assenza dei protagonisti dell’avventura e delle emozioni che essi raccontano. Infatti, non sono i protagonisti a dialogare. Sarebbero presenti.
La storia dello smarrimento e del desiderio di incontrarsi non avrebbe alcun senso. I post di blog invece non si ignorano, anche se vengono riportati alla luce da una giornalista, finalmente liberati dalla scatola in cui le copie erano state sigillate. Una scatola coperta da tantissima polvere. Contenente copie di post di blog non doveva essere molto antica come la polvere farebbe pensare. Anche perché lì la giovane giornalista era andata a cercare un libro che aveva letto da giovinetta. Quindi, dato che è giovane, non moltissimi secoli prima. Ed anche per la ragione che le copie trovate erano state riprodotte con stampante laser!
Tutte cose che inducono a pensare che le indicazioni cronologiche non sono essenziali. Anzi, nella loro aleatorietà, vogliono trasportare il lettore fuori dal tempo.
L’ambientazione, dunque, è surreale. E i post di blog sono i sopravvissuti di una realtà che si è contratta, accartocciata, desertificata. I surrogati di una natura con fiumi dalle acque limpide, fiori coloratissimi, lune, notti e soli che sarebbero scomparsi insieme ai due protagonisti che hanno perso le tracce di loro stessi.
La copia di blog dell’innamorato si chiede se vedrà la sua innamorata, dice di sperare di essere cercato, di identificarsi con la natura e con l’amata che, anch’ella natura in quanto copia di blog, gli sta vicino. Si susseguono, infatti, le copie di blog in questo dialogo intenso articolantesi in cinque capitoli. E da semplici copie di carta, le copie di post di blog acquistano un’anima, diventano realtà e non solo mera spettralità virtuale. Persone in carne ed ossa che si ritrovano.
E’ ormai tempo che la poesia si misuri con la nuova realtà.
Il post cui accennavo prima, infatti, non è solo una categoria astratta usata da alcuni intellettuali. Riguarda, infatti, la concretezza della vita degli uomini, dei loro sentimenti, delle passioni, delle emozioni e quindi della lingua verbale e delle poesie che le narra.
Spesso arricciamo il naso quando, aprendo i quotidiani o ascoltando i tg, apprendiamo di innovazioni tecnologiche che non sono soltanto strumenti che alleggeriscono la fatica e migliorano la qualità della vita. L’ingegneria genetica e le nanotecnologie ormai costruiscono e sperimentano con successo protesi bioniche che possono essere incorporate nell’organismo umano. Possono aiutarlo a produrre immagini mentali, nuovi apprendimenti da conservare nella memoria; possono potenziare la capacità di fantasticare, di amare ( nel senso di fare sesso) e anche di scegliere la tecnologia della morte (nel senso di optare per una o un’altra agonia).
Sicchè da cuì a non molti anni gli uomini non avranno più bisogno di medici o di ospedali per la cura delle malattie, ma di officine in cui riparare organi o sostituire moduli e protisi bioniche. Anzi, i più esperti potranno fare da sé, come col bricolage, in termini di autoriparatori.
Evidentemente non avremo più l’homo sapiens sapiens. Ammesso che l’abbiamo in questo momento di fine dell’impero. Un post-uomo, invece. Che per bisogni, emozioni, argomentazioni e linguaggi non potremo prefigurare. Anche se!…
In questa prospettiva di desertificazione immaginata da “Bromelia” e Lacagnina, dopo avere smarrito l’uomo/donna amato e il tempo, vedo lievitare il loro desiderio di tornare ad incontrare questo o quella. Proprio per andare oltre il deserto dopo averlo attraversato col coraggio e la grande dignità dei tuareg. Il deserto ha determinato lo smarrimento, la perdita del senso. Forse nel momento stesso in cui tutto s’incontra con tutto. Si confonde, si mescola in una forma di meticciato generale. Paesaggio ed etnie. Il viaggio è all’origine e nel viaggio Alì e Lhiao si smarriscono. Ci vorrà una lingua per ritrovarsi. La lingua del giornalista che cerca nella cassa coperta di polvere. La lingua verbale antica. Che diventa, però, la lingua di storie e d’avventure, quella cioè del giornalista, lingua delle copie dei blog perché Alì e Lhiao possano ritrovarsi e ritrovare il tempo grazie ad uno strumento che il tempo ha così radicalmente cambiato, avendo superato il muro che separava e faceva distinguere la realtà dalla virtualità. Percezioni di emozioni. Quelle create dal cuore del poeta, trasformate in versi capaci di produrre sensazioni che sono le "solo esatte interpretazioni di essi", ricezioni di emozioni, poesia della madre terra "che tutto e tutti /avvolge / nella sua /amorevole /coltre". Come accade nel sogno quando, apunto, il tutto, non obbedendo ad alcuna logica discorsiva, si confonde e sfugge "tutto quello che si è sognato / ed io no / non voglio che sia solo sogno / è deve essere, è realtà / quello che sto vivendo / e se sogno sia / che continui a sognare / e non mi svegli mai". Questa presenza, non importa se sogno o realtà, vince il vuoto del deserto, dà luce al giorno, vince l’incolmabile vuoto, il nulla. Di cui il poeta ha piena consapevolezza che esprime nell’invocazione alla Musa, ispiratrice dei suoi sogni. " Eppure lo so verrà / Verrà colei che temiamo / e che s'impossesserà di noi / trascinandoci nell'oblio. / di noi nulla resterà / se non il rimpianto / di chi rileggerà / queste nostre note", le copie di blog casualmente rispolverate da una giovane giornalista.
"Nell'immenso Bahr Belà Mà" occorrerà resistere alla nientificazione dell’identità umana. Perché, quando avrà perduto la possibilità di dire l’amore e la libertà, l’uomo con il linguaggio e la poesia avrà consegnato al deserto anche la sua umanità.


Prof. Luciano Vullo
Critico letterario e d’Arte
7-Maggio-2008


Senza toni encomiastici, ma con netta convinzione, si è voluto attribuire alla moderna tecnologia (Post di blog - internet) un ruolo di primo piano nella elaborazione di una storia che ha nel suo epicentro due personaggi di indiscutibile fascino, Alì, tuaregh dal nero litham e Lhiao, figlia del Celeste Impero.
I due si incontrano, si perdono, si ritrovano (grazie ai post di blog) attraverso un groviglio di situazioni e di itinerari che abbracciano Cina, America e Africa coinvolgendo siti, popoli, approcci, “modus vivendi” ora antitetici, ora concilianti.
Dico subito che la comunicazione elettronica non mi fa impazzire e quanto il Prof. Vullo sostiene che “è ormai tempo che la poesia si misuri con la realtà” mi permetto umilmente di dissentire perché ritengo, che la poesia non potrà mai misurarsi con la freddezza robottistica di una realtà meccanica.
Ribadisco invero che “Bromelia” e Nino Lacagnina sono riusciti, ed è questa la loro autentica genialità, a memorizzare idealmente, estrapolandoli da un feticcio metallico, emozioni, sentimenti, passioni che non possono essere considerati l’esclusivo patrimonio creato dai post di blog obliati per anni e scoperti dalla fortuita ricerca di una giornalista, né si può imputare a questa novella e idolatrata maieutica del nostro tempo l’aver dato visibilità e spirito vitale ad un prodotto figlio di Internet.
Quelle copie di post di blog, custodite in una scatola rossa ricoperta di polvere potrebbero essere interpretati come i simboli incosci di un copione esistenziale che traduce attraverso le pulsazioni di una tastiera, la storia di un Lui, Alì, ed una Lei, Lhiao, emersi come per magia da un incontro senza spazio e senza tempo, perché paradossalmente lo spazio e il tempo, non più entità astratte, assumono il significato miracolistico di un parallelismo simultaneo, dove si rincorrono, senza pausa e con armoniosa sintonia luci, penombre, colori, miti,voli, sogni, profumi, sorrisi, malinconie, leggende, usi, costumi in una mappa variegata di grande bellezza descrittiva.
In questa scenografia, mirabilmente allestita con originalissimo stile narrativo e arricchita da tenue illustrazioni pittoriche, giganteggia uno splendido racconto d’amore.
Il supporto tecnologico dei post di blog non è più prevalente, anche se determinante va giudicata la sua implicazione intesa come imput.
Gli schermi parlati sono ora quelli dove, scorrendo le pagine del romanzo, continuano a materializzarsi fatti e figure che ti avviluppano al punto tale che vorresti anche tu, come un antico tuaregh, raggiungere l’Ahaggar “dove il tempo fluisce senza sussulti e la vita sarà più degna d’essere vissuta” “Da esseri liberi”.
La giornalista Alisya Delmer non è la protagonista del romanzo-. Ma Lhiao ed Alì avevano bisogno di lei per esistere e coesistere in un intreccio simbiotico del quale Alysia ha tracciato abilmente la regia.
Lontani dalla società civile, e pertanto da Internet che di questa società è l’emblema, il tuaregh Alì e la sua Fior di Loto dimenticheranno i post di blog per godere, senza condizionamenti, della preziosa solitudine di due creature profondamente innamorate, unici cittadini di un mondo libero, vivo e vivibile.
Questo a conferma del fatto che la tecnologia, che tutto può e molto dà e qualcosa toglie alla creatività, non sarà in ogni caso l’assoluto “motore movens” deputato a determinare le nostre scelte. Le può confezionare, selezionare, pilotare. Ma alla fine si va dove ci porta il cuore.
“Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà” di Bromelia e del nostro Nino Lacagnina, un artista multiforme e completo, è nel suo antidogmatismo narrativo, un prodotto letterario compiuto perché i versi e la prosa sono l’osmosi realizzata di un ossatura espositiva che annulla la genesi virtuale per concretizzarsi in un affresco di umanissima attualità.

Dott/sa Nuccia Grosso Azzaro
Critica letteraria e d’Arte
28-Settembre-2008

venerdì 19 settembre 2008

Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà

Questa è la copertina del romanzo di "bromelia" e Nino Lacagnina dal titolo "Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà", presentato il 13-Settembre-2008 presso la Biblioteca Comunale Scarabelli di Caltanissetta, che si può trovare presso le librerie di Caltanissetta, Catania, Canicattì e Mussomeli.

lunedì 15 settembre 2008

Eventi e manifestazioini

Il 13-Settembre-2008 si è svolta a Caltanissetta, presso la Biblioteca Comunale Scarabelli, la presentazione del libro “Un fiore di loto nel Bahr Belà Mà “ di Nino Lacagnina e “Bromelia”.
Il libro narra di una dolce storia d’amore tra Alì Jassiri e Lhiao Ciò: Lhiao, costretta da avverse circostanze, lascia Pechino, sua città natale, e dopo varie vicissitudini, crescendo, si afferma come un importante medico che svolge con passione e competenza la sua attività.
Alì, un tuareg, compie un viaggio in Cina dove, fra le sfolgoranti luci di Shanghai, lo scosceso percorso della Grande Muraglia e le placide acque del fiume Lì, è colpito dalle frecce di Cupido che gli provocano profonde e inguaribili ferite per i profondi occhi a mandorla di un’esile figlia del Celeste Impero.
Un ritorno di Lhiao gia adulta nei luoghi della sua lontana infanzia, eventi imprevisti e imprevedibili, incontri casuali, sconvolgono la tranquilla routine della sua quotidianità.
Molti imprevisti dell’animo umano che non conosce confini, un mondo lontano ma ravvicinato dalla tecnologia: sensazioni, sentimenti struggenti, tenere passioni, pensieri affidati all’etere con “Post di Blog”, la professionale curiosità della giornalista Alysia Delmer che indaga su una misteriosa scoperta e cerca tutti i mezzi di venirne a capo. La vita dei protagonisti in balia di eventi e circostanze impensabili… che si muovono in lontane parti del mondo, Africa, America e Cina dove non è certo pensabile trovare la soluzione delle loro aspirazioni…
Del romanzo hanno parlato il Prof. Luciano Vullo, artefice della prefazione del libro, la Dott/sa Nuccia Grosso Azzaro- giornalista e critica letteraria e d’arte e la Dott/sa Rosetta Bonomo – giornalista e critica letteraria.
Al termine, Nino Lacagnina, uno dei coautori, ha ringraziato tutti, gli oratori, il numeroso pubblico intervenuto e “Bromelia”- l’altra coautrice del libro, che non si è rivelata, restando avvolta nel mistero.

venerdì 12 settembre 2008

Incontro con l'Autore

Sabato 13-Settembre-2008, alle ore 18.30, nei locali della Biblioteca Comunale Scarabelli di Caltanissetta sarà presentato il libro dal titolo: "UN FIORE DI LOTO NEL BAHR BELA' MA' " degli autori "Bromelia" e Nino Lacagnina di Caltanissetta.
La prefazione è del Prof. Luciano Vullo di Gela.
Interverranno alla presentazione:
Dott.sa Nuccia Grosso Azzaro- giornalista e critica letteraria e d'arte
Dott.sa Rosetta bonomo - giornalista e critica letteraria
Prof. Luciano Vullo - relatore e critico letterario
Dott. Emanuele Zuppardo - curatore dell'opera della casa Editrice "Betania"
Prof. Andrea Cassisi - Presidente dell'Associazione Cristiana e Spiritualità "Savatore Zupardo" di Gela
Cav, Umberto Scarantino - Presidente del Club Artistico Nisseno Michele Tripisciano di Caltanissetta

lunedì 31 marzo 2008

Non solo Sposi

Con questo simpatico titolo, “NON SOLO SPOSI” nei giorni 29 e 30-marzo-2008 l’Associazione Culturale Eventi e Tradizione, in collaborazione con 2A PUBBLICITA’- Mezzi Pubblicitari in tutta la Sicilia-, ha organizzato uno spazio espositivo di oggetti e strumenti per la casa e per le spose presso il Centro Culturale Polivalente in Caltanissetta via La Torre.

Numerose le Ditte intervenute tra cui l’Emporio “GINA” di Giuseppina Giampapa con sede in Caltanissetta via Napoleone Colajanni 310.

Presso lo Stand “Gina” oltre all’oggettistica e le borse in vendita, facevano bella mostra di sè i meravigliosi quadri del maestro Salvatore Pennino da Canicatti e le magnifiche sculture di Nino Lacagnina da Caltanissetta.

Le immagini di magnifici nudi di giovani donne, riprodotte sui quadri di Salvatore Pennino e le sculture – rappresentanti il Kama Sutra e l’Imperatore Giallo di Nino Lacagnina, hanno dato un tocco artistico alla manifestazione che ha avuto un grande successo di pubblico e ammiratori.

Nino Lacagnina

domenica 16 marzo 2008

Manifestazione del 16-marzo-2008




Eventi e manifestazioni

L’A.P.A.C.A di Caltanissetta, con sede in Piazza F.Crispi n.6 S.Cataldo, nella persona di Massimo Giunta, ha organizza una mostra mercato in Caltanissetta Piazza Della Repubblica, per la giornata di Domenica 16-marzo-2008, con lo spirito di avvicinare l’arte alla quotidianità della vita espressa da un mercatino domenicale. Numerosi gli artisti intervenuti tra cui Salvatore Pennino, Maurizio Tomaselli, Angela Melfa, Amalia Turchio e Nino Lacagnina. La mostra ha avuto un gran successo con l’afflusso di numerosi visitatori e amatori. L’opera illustrata è una scultura del poeta-scultore Nino Lacagnina dal titolo “Angeli Ribelli”.

Nino Lacagnina

sabato 8 marzo 2008

Pazzo d'amore

Per sua grazia i ciechi videro, i sordi udirono,
i muti parlarono…
furono risanati i lebbrosi, liberati gl'indemoniati,
resuscitati i morti…
ma la cosa fantastica fu che amò,
amò e amò ancora con gran letizia
i patimenti, le ingiurie, la fame…
i liberi uccelli e i profumati e variopinti fiori,
sorella acqua e frate vento,
il fuoco e frate sole,
la madre terra che tutto e tutti genera e che ci riaccoglierà e
sorella luna la cui immagine spesso si rispecchiava nel pozzo
con il volto di colei che per lui veniva solo dopo Dio e il firmamento: la dolce Chiara.
Giovane uomo,
dopo aver combattuto senza gloria in Collestrada
i bellicosi perugini, nelle segrete del vincitore,
si rese conto che l'unico re da servire era il Messia,
il vero re dei re.
Così abbandonò senza rimpianti ricchezze e agi
che il ricco Bennardone gli aveva sempre assicurato.
A nulla valsero catene e derisioni,
la povertà fu il suo blasone e compagni i lebbrosi derelitti.
Poi, una notte rischiarata da torce come per un incendio,
in Santa Maria Degli Angeli, alla presenza di Leone,
Masseo, Ruffino e altri, condusse sposa a Cristo
Chiara, cui recise tutti i lunghi e biondi capelli.

Ninoelle

giovedì 6 marzo 2008



Animandoci


I tuoi occhi parlano, accarezzano, implorano, gratificano.

Le tue labbra accennano ad un sorriso? Sono felice!

Un triste pensiero sfiora la mia mente? Il tuo cuore si gonfia.

La felicità è fatta d’attimi fuggenti, unici,indimenticabili, ed è allora che il vento diventa sinfonia,il firmamento una trapunta d’oro e il mare uno smeraldo.

Dove iniziano i miei pensieri? Dove terminano i tuoi?

Tutto si fonde in un’unica certezza: mi ami, t’amo.

E’ questo il “ dolce inganno”? Forse, ma che inganno!

Il tempo incombe su di noi? Gli attimi fuggenti fanno da argine e il fiume dei nostri sentimenti travolge la paura.

Paura?

Si, paura che tu venga meno, che venga meno io e in quei momenti io ti sorreggo perché tu mi rendi forte.

E quando infine, travolti dalla passione, ci rilassiamo, una pace dolcissima ci avvolge e culla dandoci la certezza che non finirà mai…

Pure anime voleremo nell’aria, trasportati dal vento tra le fronde,

sulle vette innevate, le dune dorate, le spumeggianti onde degli oceani…

a testimoniare in eterno il nostro amore.

ninoelle

mercoledì 5 marzo 2008

Germe di bimbo

Custodito gelosamente in un dolce seno materno.

In atto non è che una promessa, un progetto; sta lì,

protetto, cullato in uno scrigno di seta dorato.

Nel suo mondo ovattato fluttua felice.

Il sangue, dopo essersi ossigenato nel cuore della madre,

attraverso il cordone che li unisce,

arriva a lui per tenerlo in vita ed alimentarlo.

Se potesse?

No, non lascerebbe quella dimora fatata... anzi...

salirebbe ancora più su e lì,

in un cantuccio,

resterebbe vicino al cuore.

Ma la natura fa il suo corso e un giorno,

nasce tra strilli e pianto.

Ora lui sa che esiste anche il dolore

e che può vivere autonomamente

con la consapevolezza che la madre

conserverà per sempre in sè quel cantuccio.

ninoelle



Farfalle? Donna? Donna Farfalla

Da fiore in fiore va laboriosa e svelta.

Le sue grandi ali s’aprono per far vedere splendidi e

misteriosi segni:

grandi occhi bistrati per intimorire chi vuole ghermirla o

per turbare chi trova attraente;

lunghe linee curve, segmenti,triangoli, spezzate,

per confondersi nell’ambiente

o per stupire o sedurre.

I colori di cui è vestita:

giallo come l’oro dei campi di grano per spostarsi indisturbata

o per narrare della vita intrauterina;

rosso fuoco per mimetizzarsi nei boschi autunnali

o per infiammare passioni;

blu, turchese, azzurro chiaro per sembrare cristalli di brina mattutina

o per narrare del mare, origine della vita;

nero per adattarsi agli ambienti fumosi della civiltà moderna

o per narrare di chi non c’è più.

Una distributrice di polline, l’altra bimba, amante madre e…

Entrambe, dono di un Dio buono.

martedì 4 marzo 2008


Nicuzza

Nicuzza sognata, desiderata, amata…

Nicuzza mai nata,

vissuta solamente nella mente di chi

ti avrebbe voluto generare.

Tu non ti sei alimentata al caldo seno materno,

non hai dormito fra le sue braccia,

non hai pianto per essere cullata,

non hai balbettato pà…pà…pà,

non hai percorso i primi malfermi passi,

non hai sputato le stelline cotte.

Nulla sai dei sorrisi,

dei balocchi,

dei fiori,

del mare,

del sole,

della vita.

Ora, ignara e felice, corri

tra cirri e bianchi ovattati

nembi.

ninoelle

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giovedì 21 febbraio 2008


Jannari

Da molto tempo non “penso“? Da molto tempo non affido le mie più profonde sensazioni a “pensieri” scritti? Ma no! Ho semplicemente sostituito la carta con l’argilla.

Così sono nati Karen e il Guerriero, il dolente, la leggenda di Manaus, Navarro e Isabò, i Neri, Nicuzza, Animandoci, Alba, Terra e oltre, Donna farfalla, Il Viaggio. Poi? Chissà chi e cosa nascerà.

Da molto tempo ho tanta voglia di “pensare” a te, a quei tuoi vissuti lontani fatti di racconti fantastici, credenze popolari e fede.

E così, penso all’amore impossibile di un soldato per “Jannari”, la fanciulla dai grandi occhi di gazzella, intravista in precedenza tra le viuzze di un “Souk” e uccisa nel corso di una scorreria dai terribili predoni del deserto;

A zio Giusè e a quanto t’infervoravi a narrare di lui che, nelle notti d’inverno, con il barilotto colmo di generi di conforto, attraversava a nuoto il braccio di mare che lo separava dalla sua amata segregata nel lazzaretto per il colera.

E penso anche a quella storia paurosa del moro di Derna che, scavata una fessura sotto la soglia, infilava la testa oltre la porta e, in quella posizione, trovava la morte per mano di una giovane donna che con la forza della disperazione gli recideva la testa con una scimitarra.

E le preghiere? Quelle che la sera recitavamo tutti insieme io tu, Lello Ines e Maria, come terminavano? Così: “ e Gesù mio salvaci dalle bestie feroci” e giù lì tutti a ridere. Tempo dopo, però, noi figli non osammo più ridere, mentre tu ti convincesti sempre più della necessità delle suppliche.

Una notte, infatti, un gran tonfo svegliò tutti; li, in mezzo alla stanza, fiero e feroce, stava un enorme ratto grigio-scuro che alla vista del grosso gatto della signora Puzzanghera (nostra vicina e padrona dell’unica stanza che costituiva il nostro appartamento in Via Madonna del lume) non scappò via ma lo puntò. La lotta fu lunga e feroce. Alla fine il gatto uccise il ratto ma dopo giorni, per le ferite riportate, morì.

E Rocca San Felice? Che ricordi!Lì San Giuseppe Cottolengo provvedeva a noi: era finita la pasta o la farina? Poco male…per intercessione del Santo le nostre necessità erano in ogni modo soddisfatte.

E quando in procinto di imbarcarci alla volta di Tripoli tu mi chiedesti cosa avrei voluto in regalo dal mio sconosciuto papà? “una scatoletta di ceci e fave” io dissi, che altro conoscevo? E, infine, quando preoccupato per un’ imminente esame ti chiedevo di scandagliare il futuro per me? Dopo le preghiere alle “anime del purgatorio”entrambi, in silenzio, ascoltavamo e scrutavamo dalla finestra: una vicina gettava acqua pulita sulla strada? Il futuro mi era benigno! Un gatto nero attraversava la strada? Guai in vista!

Eri bella in gioventù. Io ti conobbi matura, poi anziana, quindi vecchia, dolente, immemore. Qualsiasi immagine io riuscissi a fissare nell’argilla non direbbe nulla di tutte le cose che continuano a vivere in me.

E allora? Rinuncio? No! Ti dedico una scultura…Jannari…una gazzella del deserto.

ninoelle

domenica 27 gennaio 2008

Dans le mer

Dans le mer

Strega, strega, strega,

strega d’amore

sei lo spumeggiante ed avvolgente

mare.

Immerso in te le nostre essenze si

fondono,

si confondono,

perdono la loro natura

per acquistarne una fuori dal tempo.

T’apri, m’insinuo, ti capovolgi,

mi sovrasti, mi domi, ma dopo

attimi…

mi rigeneri.

Lotto con nuovo vigore, ma le forze scemano.

Mi generi nuovamente

lambendomi.

Riprendo a lottare, ma “ tu es le mer” e

in te m’abbandono.

Padrone tu sei,

padrone di me che sono il mare

dove ti tuffi lasciandoti cullare

da mille onde che ti fanno

sussultare,

che ti portano in un mondo

d’estasi e d’oblio.

Ti bagni, ti tuffi, t’immergi,

riemergi e mi lasci

all’arrivo dell’onda fatale.

Nino Lacagnina

giovedì 24 gennaio 2008

Eventi e manifestazioni

Il Club Artistico Nisseno "Michele Tripisciano" di Caltanissetta organizza la 181/ma Mostra Collettiva Regionale di pittura, scultura e poesia sul tema "I colori del tempo".
La Mostra sarà inaugurata sabato 26-Gennaio-2008 alle ore 18,00, presso la sala mostre del Palazzo del Carmine Corso Umberto Caltanissetta, da sua Ecc.za Rev.ma Mons. Mario Russotto
Vescovo di Caltanissetta, presenta il critico d'arte Dott Vincenzo Piccione D'Avola e la Dott/sa Rossana Manganaro. La dott/sa Rosetta Bonomo, in rapresentanza della stampa, intervisterà gli artisti partecipanti.
Gli artisti partecipanti, pittori scultori e poeti, sono i seguenti:
Abbate Adriana, Agrusa Giuseppe-scultore, Barbera Santino-scultore, Burgio Maria Antonia, Blanco Stefania, Calà Melina, Capizzi Maria Chiara, Cardella Giusepe, Curatolo Maria Valentina, D'Amico Antonietta, D'Angelo Maria, Dibiasi Domenico, Doboin Romelia Ana, Falletta Calogero-scultore, Farruggia Margherita, Farruggia Rita, Fiandaca Michela, Falzone Umberto-poeta, Favata Maria Concetta, Grasso Marcello, Giardina Giuseppe, Ghottaus Claudia, Grifo Antonio, Greco Adriana, Gumina Salvatore, Ingrascì Vincenzo-poeta, Inserra Irena, Inserra Giuseppe, Iraci Francesco, La Leggia Gaetana, La Verde Tommaso, Licata Leonardo-scultore, Lacagnina Nino- poeta e scultore, Longo Nicola, Maltese Maria, Martorana Maria Elisa, Ministeri Rosy M. Grazia, Monelli Jennifer, Pilato Grazia, Pitronaci Carmelo-poeta, Purpero Salvina, Rizzo Salvatore, Russo Alfio, Taffaro Rosa Maria, Torino Lucia, Tummino Filippo, Tuzzè Calogero, Vizzini Teresa.

mercoledì 23 gennaio 2008

La leggenda di Manaus


Nel cuore dello stato di Manaus in Brasile, tra la confluenza del Rio Negro e il Rio delle Amazzoni, in una piccola radura delimitata dal fitto della foresta pluviale, vive una pacifica comunità indio.

La foresta, che sembra proteggere bonariamente i nativi dal mondo esterno, è costituita da rigogliose mangrovie, grandi pampini verde pallido, splendide felci ed enormi imbauba dai tronchi grigio-biancastri che svettano per decine di metri in alto ed esplodono alla sommità in fronde che avvolgono tutto in una luce soffusa di verde.

Nel villaggio sono presenti pochi uomini anziani mentre i giovani sono a caccia e a pesca.

Le donne accudiscono alla prole e svolgono le faccende domestiche. I bimbi giocano felici con i loro lentissimi lemuri e piccole testuggini.

In disparte, un vecchio rugoso sta seduto sul bordo di una canoa tratta a secco; a lui, chi vuole, può chiedere del Dio delfino. Il vecchio, interpellato, narra gravemente:

nelle notti di plenilunio, quando tutto è silenzio, dalle acque emerge un gran delfino che, al chiarore della luna, si trasforma in un vigoroso giovane uomo.

Presto raggiunge la riva e con passo deciso, si reca al villaggio dove, in una capanna, la più bella fanciulla attende senza timore. Lei sa che la nudità la rende preziosa; i suoi piccoli seni turgidi sono doni, i fianchi flessuosi brune liane, le rosse labbra boccioli odorosi, i capelli orchidee nere.

Testimone la luna, i giovani si amano.

Dopo mesi i saggi si riuniscono e proclamano che presto la tribù avrà in dono dal Dio un figlio.

Il volto del narratore, solcato dal tempo, è impenetrabile. Egli è certo che l’evento appena raccontato si è effettivamente verificato e che si continuerà a verificare sino a quando la tribù crederà.


domenica 20 gennaio 2008

Alba

Origine del giorno,

preludio alla luce, fonte di vita.

Cinque bimbi,cinque continenti,

abbarbicati alla madre…terra.

Un corpo unico,

un unico organismo

sospeso nello spazio

tra tempeste magnetiche e venti cosmici.

I bimbi, protetti dalla madre,

cresceranno e, grandi,

proveranno a solcare

lo spazio siderale

per la conquista di nuove terre.

ninoelle